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Un SEO Specialist cosa fa esattamente?


Spesso, quando dico che lavoro come SEO Specialist, la prima reazione è un mezzo sorriso e una domanda: “Ma quindi… cosa fai esattamente?”

La risposta più semplice è questa: aiuto i siti web a farsi trovare su Google. Non è magia, ma strategia. Il mio compito è fare in modo che, quando qualcuno cerca un prodotto o un servizio, il sito che seguo compaia tra i primi risultati. E non per tutti, ma proprio per quelle persone che hanno davvero interesse a quello che l’azienda offre. Per far questo ci vogliono competenze tecniche e di analisi oltre all’utilizzo di software professionali che aiutano a monitorare lo stato di salute del sito e i progressi fatti nel posizionamento.

Da dove si parte: le parole chiave

Il punto di partenza sono sempre le parole che le persone digitano su Google. Non parliamo di termini generici tipo hotel o fiori, che sono super competitivi e poco specifici, ma di ricerche più precise.

Ti faccio un esempio: se gestisco il sito di un hotel, non mi interessa solo comparire per “hotel”, ma piuttosto per ricerche come hotel Riviera Romagnola con animali ammessi. È lì che trovo persone che stanno cercando esattamente quel tipo di struttura.

Spesso uso strumenti professionali per capirlo, ma a volte basta osservare i suggerimenti di Google: è come sbirciare direttamente nei pensieri degli utenti.

Rendere un sito chiaro e utile

Una volta trovate le parole giuste, c’è tutto il lavoro di ottimizzazione del sito. Significa curare i titoli delle pagine, i testi, le descrizioni che compaiono su Google, ma soprattutto creare contenuti che siano davvero utili.

Se ad esempio seguo un ecommerce di scarpe, posso consigliare di scrivere una guida su come scegliere la taglia giusta per scarpe da running online. Perché? Perché quel contenuto risolve un problema reale dell’utente. Ed è esattamente quello che Google premia.

L’esperienza di navigazione

Un altro aspetto fondamentale è che il sito funzioni bene ovunque, soprattutto da smartphone. Oggi la maggior parte delle persone naviga da lì, e se una pagina è lenta o si vede male, l’utente se ne va dopo pochi secondi.

Pensa a chi cerca ristorante sushi vicino a me: se il sito di un locale non si apre in fretta, il cliente clicca subito sul concorrente. Un dettaglio tecnico, ma che può fare la differenza tra un tavolo pieno o vuoto. Per questo motivo si lavora sulle performance e sui Core Vitals.

La questione dei link

Google valuta anche quanto un sito è considerato affidabile. Un modo per capirlo è guardare se altri siti autorevoli lo citano e lo linkano.

Questo è quello che chiamiamo link building. Non si tratta di comprare link a caso (pratica rischiosa e ormai sorpassata), ma di costruire collaborazioni vere: un avvocato che scrive un articolo su una rivista di settore, un brand di moda che lavora con un blogger, un ristorante che viene recensito da una testata locale. Sono tutti segnali positivi agli occhi di Google.

Monitorare e migliorare

La SEO non è un lavoro che si fa una volta sola. Io passo molto tempo a guardare i dati: quante visite arrivano, quali pagine funzionano meglio, quali parole chiave stanno crescendo. Quando ci sono dei cali è necessario migliorare la SEO con una strategia diversa o aggiornando i contenuti con argomenti freschi e che sappiano veramente dare le risposte che l’utente si aspetta.

In pratica, è come avere un cruscotto che ti dice se la direzione è quella giusta o se bisogna cambiare strategia.


Quanto tempo serve per vedere risultati?

Domanda che mi fanno spesso: “In quanto tempo mi porto in prima pagina?”.
La verità è che non esiste una risposta unica. Le dinamiche sul posizionamento SEO dipendono dal settore, dalla concorrenza e da quanto lavoro c’è da fare sul sito.

Quello che posso dire è che la SEO è più simile a una maratona che a uno sprint: servono mesi di lavoro costante per ottenere risultati solidi e duraturi.

E adesso? La SEO nell’era dell’intelligenza artificiale

Oggi si parla tanto di AI e di nuove funzioni come gli AI Overviews su Google. In molti pensano che con l’intelligenza artificiale la SEO perderà importanza, ma la realtà è il contrario: sarà ancora più necessaria.

Le AI non si inventano le informazioni: pescano da contenuti già esistenti e scelgono quelli che ritengono più affidabili. Questo significa che se il tuo sito non ha contenuti chiari, autorevoli e strutturati, semplicemente non verrà preso in considerazione. La SEO Copywriting diventa ancora più preziosa e fondamentale.

Fare SEO oggi vuol dire anche rendere il proprio sito “comprensibile” per l’intelligenza artificiale, così che possa usarlo come fonte nelle risposte. In altre parole, la SEO non serve più solo per farsi trovare dalle persone, ma anche per farsi riconoscere dalle macchine come una voce autorevole.

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