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Se vuoi raggiungere le prime posizioni su Google, smetti di fare queste 10 cose

La seo fatta male: 10 errori da evitare

Raggiungere le prime posizioni su Google è il desiderio di chiunque gestisca un sito web. Se hai fretta di raggiungere l’obiettivo a tutti i costi rischi di fare degli errori che potrebbero costarti caro, portando penalizzazioni da parte di Google. Se vuoi mantenere una buona posizione nei risultati di ricerca, dovresti assolutamente evitare queste 10 attività.

 

1. Keyword Stuffing: sovraccaricare le tue pagine di parole chiave

Un tempo, riempire le pagine con parole chiave specifiche era una tattica comune per scalare i risultati di Google. Oggi, però, Google è molto più sofisticato nel rilevare e penalizzare il “keyword stuffing”. Contenuti strapieni di parole chiave in modo innaturale o addirittura nascoste nel codice o con lo stesso colore di sfondo, sono da considerarsi spam e potresti veder ridurre drasticamente la tua visibilità nei risultati di ricerca.

 

2. Contenuti di bassa qualità o duplicati

Pubblicare contenuti duplicati o di scarsa qualità è un’altra pratica che può portarti ad una posizione secondaria, in seconda o terza pagina. Non si tratta di una vera e propria penalizzazione ma Google punta a fornire agli utenti le migliori informazioni possibili, quindi se il tuo sito offre contenuti copiati da altre fonti o troppo generici senza valore aggiunto, aspettati un posizionamento non ottimale. Concentrati sulla creazione di contenuti originali, informativi e utili per i tuoi lettori. Se non riesci, cerca di avvalerti di un copywriter che scrive in modo persuasivo e conosce il linguaggio del web.

 

3. Backlink da siti di bassa qualità o spam

Non tutti i link sono uguali. Se stai cercando di manipolare il ranking del tuo sito acquistando link o partecipando a schemi di link con siti di bassissima qualità o non pertinenti, Google potrebbe penalizzarti. E questa è realmente una penalizzazione da cui è difficile poi uscirne.

 

4. Uso di PBN e link tossici

Si riaggancia al punto 3: una PBN, o Private Blog Network, è una rete di siti web utilizzata per creare backlink artificiali e manipolare il ranking sui motori di ricerca. Anche se le PBN possono offrire un aumento temporaneo, Google è molto abile a individuare queste reti e a penalizzare i siti che ne fanno uso. I link tossici possono danneggiare seriamente il tuo ranking. Evita, le vie facili non sono le migliori.

 

5. Esperienza utente scadente

Google valuta l’esperienza utente (UX) per determinare il posizionamento di un sito. Pagine che si caricano lentamente, layout confusi, pop-up invasivi e un design non responsivo su dispositivi mobili possono penalizzare seriamente il tuo sito. Se gli utenti abbandonano rapidamente il tuo sito a causa di un’esperienza negativa, Google noterà questi segnali e potrebbe abbassare il tuo ranking.

 

6. Uso di tecniche SEO obsolete o black hat

L’uso di tecniche SEO “black hat” (come cloaking o doorway pages) è una delle vie più veloci per essere penalizzati. Concentrati invece su tecniche SEO etiche e a lungo termine, basate sull’aggiornamento dei contenuti per l’utente, non per il motore di ricerca.

 

7. Non prestare attenzione agli aggiornamenti degli algoritmi di Google

Google aggiorna regolarmente i suoi algoritmi di ricerca per migliorare la qualità dei risultati. Se non tieni conto di questi aggiornamenti e continui a utilizzare strategie SEO che non sono più efficaci o, peggio, che sono state esplicitamente sconsigliate, rischi di non raggiungere i risultati sperati. Se non hai tempo da dedicare a questi continui aggiornamenti, affidati ad un consulente seo esperto in materia.


8. Trascurare il valore del brand: Fare branding, non solo marketing

Molti si concentrano esclusivamente sul marketing, ma trascurare il branding può essere un grave errore. Il branding riguarda la costruzione e il mantenimento dell’immagine e della reputazione del tuo marchio, mentre il marketing si concentra sulle tattiche e strategie per promuovere prodotti o servizi.

  • Branding è ciò che crea un legame emotivo con il pubblico, costruisce fiducia e distingue la tua attività dai concorrenti. Un marchio forte non solo attira clienti, ma li fidelizza nel tempo.
  • Il marketing è importante, ma senza un buon branding, le campagne di marketing rischiano di essere inefficaci a lungo termine, così come il tasso di clic nella SERP. Un brand ben costruito ti aiuta anche a guadagnare la fiducia di Google. I segnali di brand come le menzioni positive, le recensioni e il riconoscimento generale nel tuo settore possono migliorare il posizionamento del tuo sito nei risultati di ricerca.

 

9. Non dare importanza alle altre leve di marketing e i social

Il web sta evolvendo rapidamente, e concentrarsi esclusivamente sulla SEO non è più sufficiente per mantenere le prime posizioni su Google. È fondamentale adottare una strategia di marketing a 360° che includa non solo l’ottimizzazione per i motori di ricerca, ma anche altre leve di marketing come i social media, il content marketing, le campagne di email marketing, e la pubblicità a pagamento.

I social media, in particolare, giocano un ruolo cruciale nel rafforzare la tua presenza online e nel costruire un pubblico fedele. Interagendo con i tuoi follower, condividendo contenuti di valore e costruendo una comunità attorno al tuo brand, puoi generare traffico di qualità verso il tuo sito e indirettamente migliorare il posizionamento su Google. Le menzioni sui social e il coinvolgimento del pubblico possono fungere da segnali positivi per i motori di ricerca, rafforzando ulteriormente il ranking.

Una strategia di marketing integrata che consideri tutti i canali e le piattaforme disponibili ti permette di massimizzare la tua visibilità e di costruire un brand forte e riconoscibile, che a sua volta ti aiuterà a raggiungere e mantenere le prime posizioni su Google.

 

10. Dimenticarsi dell’analisi dei dati e dei test

Un errore comune è quello di non prestare sufficiente attenzione all’analisi dei dati. Misurare e analizzare le performance del tuo sito web è fondamentale per capire cosa funziona e cosa no, e per apportare miglioramenti continui alla tua strategia SEO. Utilizza strumenti come Google Analytics e Search Console per monitorare il traffico, il comportamento degli utenti e le prestazioni del tuo sito nei risultati di ricerca. Questi strumenti ti permettono di identificare le pagine più visitate, le fonti di traffico principali, i termini di ricerca più utilizzati e molto altro. Sperimenta con A/B Testing diverse versioni delle tue pagine (layout, contenuti, call-to-action) per capire cosa funziona meglio e ottimizzare l’esperienza utente. Non affidarti solo all’intuizione: analizza anche le strategie dei tuoi concorrenti per capire quali tecniche stanno utilizzando con successo e come puoi differenziare la tua offerta.

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